Lo psicologo può rivelare ciò che gli viene detto in seduta? Questa è una delle domande più comuni che i pazienti si pongono all’inizio di un percorso. La risposta a questa domanda è chiara: no, lo psicologo non può divulgare i contenuti delle sedute a persone esterne ma vediamo bene come funziona il segreto professionale e quale è la sua importanza per la terapia.
Segreto professionale dello psicologo: cosa dice la legge?
Lo psicologo è per legge tenuto al segreto professionale (Art. 622 del Codice Penale e Artt. 11-15 del Codice Deontologico degli Psicologi). Il segreto professionale consiste nel divieto assoluto per il professionista, di rivelare le notizie, i fatti e le informazioni che vengono raccontate dal paziente durante le sedute. La violazione di questo obbligo può avere conseguenze molto gravi per il professionista come la possibile esclusione dall’albo (quindi impossibilità di esercitare la professione in futuro), querela da parte del paziente, multe o nei casi più gravi reclusione.
L'importanza del segreto professionale
Ma il segreto professionale non è solo un obbligo: è la base fondante di un percorso psicologico, ciò che rende sicuro lo spazio terapeutico e l’incontro con il professionista e ciò che crea la fiducia tra paziente e terapeuta. Senza la riservatezza, una terapia semplicemente non può esistere. Grazie al segreto professionale, il paziente può aprirsi liberamente in uno spazio sicuro e non giudicante, sapendo che le cose che rivelerà rimarranno tra lui e il terapeuta.
Quando viene meno il segreto professionale?
Nell’ambito privato, nel caso in cui esista un grave pericolo per la vita del paziente o di terzi, lo psicologo deve riferire quanto appreso in terapia, ad esempio nelle situazioni di ideazione suicidaria o di violenza sessuale. In tutti i casi in cui il segreto deve essere rivelato, lo psicologo informa sempre il paziente e si limita a condividere lo stretto necessario.
Tutela della documentazione, privacy e consenso informato
La protezione del segreto professionale si allarga anche alla tutela di appunti, relazioni cliniche e dati che il terapeuta raccoglie nel corso della terapia, che devono essere custoditi con la massima attenzione.
Lo psicologo inoltre ha l’obbligo di fornire al paziente il consenso informato e l’informativa sulla privacy, normalmente sotto forma di due moduli che vengono compilati all’inizio del percorso. Il consenso informato spiega al paziente in che cosa consiste l’intervento psicologico in modo dettagliato. L’informativa sulla privacy illustra al paziente come vengono trattati i suoi dati personali.
In conclusione, il segreto professionale non è solo un obbligo di legge, ma è anche l’elemento su cui si basa l’intera terapia ed un valore fondamentale per paziente e psicologo.
Per saperne di più: Codice Deontologico degli Psicologi Italiani
Mi chiamo Paolo Nosenzo e sono uno psicologo e psicoterapeuta.
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Pubblicato il 25 Marzo 2025